| Russolo Carrà Marinetti Boccioni Severini
| « Compagni! Noi vi dichiariamo che il trionfante progresso delle scienze ha determinato nell'umanità mutamenti tanto profondi, da scavare un abisso fra i docili schiavi del passato e noi liberi, noi sicuri della radiosa magnificenza del futuro » |
| (dal Manifesto dei pittori futuristi, febbraio 1910) |
Direzione movimento futurista, Milano 1912
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| Nelle opere futuriste è quasi sempre costante la ricerca del dinamismo; cioè il soggetto non appare mai fermo, ma in movimento: ad esempio, per loro un cavallo in movimento non ha quattro gambe, ne ha venti. Così la simultaneità della visione diventa il tratto principale dei quadri futuristi; lo spettatore non guarda passivamente l'oggetto statico, ma ne è come avvolto, testimone di un'azione rappresentata durante il suo svolgimento. Per rendere l'idea del moto nelle arti visive, immobili per costituzione, il futurismo si serve, in pittura e in scultura, principalmente delle "linee-forza"; poiché la linea agisce psicologicamente su noi con significato direzionale, essa, collocandosi in varie posizioni, supera la sua essenza di semplice segmento e diventa "forza" centrifuga e centripeta, mentre oggetti, colori e piani si sospingono in una catena di "contrasti simultanei", determinando la resa del "dinamismo universale".
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Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello spazio, del 1913
Umberto Boccioni, La città che sale, 1910
Antonio Sant'Elia, Casa a Gradinate la Città Nuova, 1914
«Il problema dell'architettura moderna non è un problema di rimaneggiamento lineare. Non si tratta di dover trovare nuove sagome, nuove marginature di finestre e di porte, di sostituire colonne, pilastri, mensole con cariatidi, mosconi, rane (...): ma di creare di sana pianta la casa nuova, costruita tesoreggiando ogni risorsa della scienza e della tecnica.... » |
(Antonio Sant'Elia, dal Messaggio posto a prefazione della mostra del gruppo Nuove Tendenze del 1914) |
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